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Twist on classic: il segreto per reinventare un cocktail

Storie

Il mondo mixology da sempre affascina neofiti ed esperti del settore. La magia raddoppia di fronte alla maestria di colore che riescono a mettere un “twist” sui classici intramontabili.

Il twist non è altro che una variante della ricetta originale, nella quale si sostituisce un ingrediente con un altro, oppure viene utilizzata una tecnica innovativa rispetto alla classica.

Se vuoi riscrivere anche tu le regole dei cocktail, preparati a scoprire i segreti dei mixologist più affermati!

L’arte della mixology: oltre la preparazione classica

La mixology è molto più di una mera preparazione di cocktail; è un’arte che richiede creatività, conoscenza degli ingredienti e un tocco di innovazione.

Un bravo mixologo sa come sperimentare con sapori, consistenze e presentazioni per creare esperienze uniche per i propri clienti.
E quando si tratta di mettere un twist su cocktail classici, gli artisti del drink sono in grado di superarsi davvero.

La Guida ufficiale al twist on classic

Secondo la “regola tridimensionale”, presa in prestito dal libro sacro dei bartender “The Bar-Tender’s Guide“, tre sono le tecniche che riscuotono maggiormente successo nel campo: twist orizzontali, verticali e diagonali.

  • Il twist orizzontale è indubbiamente la soluzione più semplice (ma non per questo esente da piacevoli sorprese).
    A partire dalla struttura classica della ricetta, prevede la sostituzione di uno o più elementi, secondo un criterio di coerenza: distillato per distillato, dolcificante per dolcificante, e così via.
  • Il twist verticale consiste nell’aggiungere, a una ricetta definita, un ingrediente la cui composizione non rientra in nessuna delle tipologie degli ingredienti contenuti.
  • Il twist diagonale si ha quando si sostituisce un ingrediente della ricetta base con un altro di tipologia differente, ma che persegue lo stesso scopo dell’ingrediente originale (dolcificante alcolico anziché analcolico, soluzioni e preparazioni acide al posto del succo di agrumi, etc.).

Dai grandi classici alle nuove interpretazioni

Cominciamo con qualche esempio, partendo dai cocktail più iconici di tutti i tempi.

Al tradizionale Martini, fatto con gin e vermouth, si può accostare l’uso di ingredienti inusuali come il sakè, il tequila o persino il vino rosso al posto del vermouth. Il risultato? Un Martini con twist in grado di deliziare il palato anche dei puristi più accaniti.

Un altro cocktail reinventato è l’Old Fashioned, accostato a ingredienti sorprendenti come il cioccolato amaro, il peperoncino o il caffè.

Così, anche il cubano Mojito, noto per la sua freschezza e il suo sapore erbaceo, affiancato al basilico, al mango o alla lavanda, o addizionato a sciroppi artigianali, diventa una variante sorprendente e ben apprezzata.

Infine, il Margarita, si trasforma in una bevanda tropicale irresistibile con l’aggiunta di frutti esotici come la melagrana, la papaya o il kiwi. Per chi preferisce aggiungere piccantezza, esistono varianti con l’aggiunta di jalapeño o peperoncino, che conferiscono un’inaspettata nota di calore al cocktail messicano.

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Il vero segreto? Sperimentare con gusto

Il mondo dei cocktail offre infinite opportunità per sperimentare e reinventare i grandi classici.
La mixology è un campo in cui la creatività e l’innovazione sono incoraggiate.

Se stai cercando un’esperienza unica, non avere paura di uscire dai confini del tradizionale e lasciati stupire dalle creazioni innovative.